Vitamina D fondamentale per  la tua Prostata
 
La vitamina D chiamata tutt’oggi impropriamente vitamina in realtà va ben oltre il semplice ruolo di vitamina
L’importanza della Vitamina D risale al 1919, quando il fisico e farmacista inglese Edward Mellanby, notò il legame tra la comparsa del rachitismo e la carenza di una sostanza contenuta nell’olio di fegato di merluzzo, questa sostanza era la Vitamina D, identificata come sostanza chiave per il metabolismo delle ossa.
Tra il 1968 e l’inizio degli anni 70, i ricercatori scoprirono che la vitamina D veniva metabolizzata nel fegato, dove un enzima la converte in un metabolita che si deposita nel fegato stesso e nel grasso corporeo, ed è infatti  una vitamina liposolubile, in quanto si assorbe meglio  insieme al grasso.
Successivamente viene trasportata nei reni, in cui un altro enzima la converte in un metabolita super attivo detto 1,25- Vitamina D o Calcitriolo.
Il calcitriolo nelle cellule reagisce con i recettori della vitamina D, detti VDR, ossia “Vitamin D Receptor”, che intervengono nel metabolismo cellulare, attraverso differenti vie di trasmissione dei segnali, controllando cosi’ numerosi geni, circa 229.
La vitamina D può essere di 2 tipi:
  1. Vitamina D3 o colecalciferolo: che si forma tramite i cheratinociti, cioè le cellule della pelle, tramite i raggi solari e tramite alimenti di origine animale, e derivata dal colesterolo, che si forma a partire dal 7-deidrocolesterolo, il precursore del colesterolo.
  2. La vitamina D2 O ergocalciferolo: che si assorbe invece da alimenti vegetali, con attivazione appunto negli organi fegato e reni, che dalla forma 25D viene trasformata nella sua forma attiva e potente 1,25-D o calcitriolo.
Entrambi, vitamina D2 e D3 sono forme inattive, per cui per essere utilizzate devono essere attivate da fegato e reni, come spiegato precedentemente.
Inoltre i ricercatori scoprirono che la vitamina D era in grado di controllare i livelli di calcio nel sangue attraverso un azione esplicata nell’intestino.
Di fatti, affinchè l’attivazione vada a buon esito, dipende dalla cosiddetta calcemia, ossia il livello di calcio nel sangue, calcemia che viene prodotta da 2 ormoni della tiroide, paratormone (PTH) e calcitonina.
La carenza di calcio attiverà il rilascio di paratormone, che trasforma la vitamina D da inattiva ad attiva, o calcitriolo, mentre l’eccesso di calcio fa si che la vitamina D rimanga disattiva, detta colecalciferolo.
Il ruolo del calcio quindi risulta di fondamentale importanza per l’assorbimento della vitamina D
Tale scoperta indusse gli scenziati negli ultimi vent’anni, a riclassificare la vitamina D come ormone, e non come semplice vitamina, un potentissimo ormone steroideo che viene prodotto dalla pelle quando essa viene colpita da una quantità adeguata di luce solare (ultravioletta), e in quantità minori viene prodotta tramite l’assunzione di alimenti.
Il 90% della vitamina D assorbita dal nostro organismo deriva dall’esposizione ai raggi solari ultravioletti, mentre solo il 10% deriva dagli alimenti
Oggi si è capito quanto sia importante questa vitamina essenziale, con la sua potente azione immuno-modulante, il cui utilizzo mirato riduce addirittura la mortalità, in quanto essa ha un impatto sui geni, ben 229 geni, organi e diversi organi del corpo, cervello compreso.
La vitamina D riesce ad agire cu circa 229 geni nel corpo e si trova nella maggior parte dei tessuti del corpo
La carenza della vitamina D è ormai un problema presente a livello mondiale, tanto che che risulta carente il 60% della popolazione, una vera pandemia.

 

Vitamina D e Cancro alla Prostata

La rivista scientifica americana Clinical Cancer Research ha presentato uno studio condotto dal Dottor Adrian Murphy, ricercatore urologo presso l’Università Northwestern di Chicago, uno studio in cui lo scenziato ha voluto indagare se e come la vitamina D potesse essere considerata una terapia aggiuntiva per il carcinoma alla prostata, e sopratttuto riguardante la sua diffusione in altre parti del corpo.
Analizzando il livello di vitamina d su 667 pazienti uomini di età compresa tra i 40 e i 79 anni, che soffrivano tutti di disturbi alla prostata, con Psa da tenere sottocontrollo, scoprì che coloro che avevano livelli di vitamina D nel sangue più basso, e precisamente sotto i 30 mg/l, si ammalavano più facilmente di tumore alla prostata.
Inoltre, altra cosa molto interessante, il tumore si presentava in maniera più aggressiva, rispetto a coloro che avevano un livello di vitamina d nel sangue più alto.
Un secondo interessante studio, è stato poi effettuato dai medici della Medical University del South Carolina, i quali hanno voluto far integrare vitamina D, nel dosaggio di 4000 unità, per una durata di sessanta giorni, a pazienti che dovevano poi operarsi di tumore alla prostata.
Incredibilmente, i medici hanno notato che il tumore era meno infiammato, meno aggressivo e meno propenso alla propagazione, rispetto ai due mesi precedenti l’integrazione di vitamina D.
La prostata come altri molti tessuti e cellule del corpo, contiene i recettori della vitamina D
L’ipotesi al momento prevalente, per cui la vitamina D agisce sul tumore alla Prostata, ma anche su altri tumori, come seno e altri, è che la vitamina D sembra frenare la crescita delle cellule maligne e quella dei nuovi vasi sanguigni, che servirebbero appunto a far crescere la massa neoplastica.

 

Vitamina D e Cancro

La Vitamina D è stata associata alla riduzione di 19 tipi diversi di cancro, e tra tutti i tipi, sono 3 più fortemente  correlati con la Vitamina D, tumore al seno, tumore al colon e tumore alla prostata

Il primo legame tra vitamina D e cancro è stato scoperto nel 1980, dai ricercatori Cedric e Frank Garland, che hanno notato una maggiore incidenza di morte per cancro al colon negli stati sud-occidentali degli stati uniti, rispetto agli stati nord-occidentali, in cui a differenziare i due stati era proprio la presenza o meno del sole.
In sintesi, i meccanismi su cui la Vitamina D agisce sul cancro sono diversi:
  • Apoptosi: ossia il normale processo che morta alla morte delle cellule, detta infatti anche morte cellulare programmata, e il cancro presenta cellule che hanno perso la loro capacità naturale di apoptosi, crescendo in maniera incontrollabile. La vitamina D stimola il processo di apoptosi, favorisendo quindi la morte delle cellule che stanno diventando cancerose.
  • Differenzazione cellulare:  le cellule normali si evolvono e portano avanti compiti più specializzati, differenziandosi appunto finchè arrivano a un punto in cui non possono più dividersi, smettendo di crescere quando hanno raggiunto la loro maturità. Le cellule cancerose perdono la loro capacità di differenziarsi, crescendo di continuo, in maniera veloce e pericolosa. La vitamina D aiuta le cellule cancerose a differenziarsi e specializzarsi nella specifica tipologia di cellula dell’organo di provenienza.
  • Proliferazione cellulare: ossia la crescita e la divisione delle cellule nel corpo, e la vitamina D agisce sui geni che controllano tale proliferazione, in quanto se bassa la capacità di controllare la proliferazione ne viene compromessa
  • Regolazione della crescita cellulare: in presenza di cancro  l’angiogenesi, ossia la formazione e la differenziazione dei vasi sanguigni, che avviene naturalmente nel corpo umano, avviene cosi’ anche nelle cellule tumorali, che creano nuovi vasi sanguigni, alimentando la crescita del cancro. La vitamina D agisce sui geni che controllano l’angiogenesi, bloccandolo.
  • Riduzione della metastasi: la metastasi è la capacità delle cellule cancerose di diffondersi nel flusso sanguigno e in altre parti del corpo, intaccando tessuni sani e normali. Studi su animali hanno dimostrato che la vitamina D può inibire questo processo di metastasi
Il Dottor Cannell, nella rivista Expert Opinion Pharmacoterapy disse:                              “verrà il momento in cui nei processi contro i medici si arriverà a sostenere che i dottori si sono dimostrati negligenti proprio perchè non hanno diagnosticato nè trattato la carenza di vitamina D nei pazienti con cancro”

Vitamina D e dolore cronico

Il dolore cronico è uno dei sintomi che purtroppo accompagna molte persone affette da problemi alla prostata, con problemi alla bassa schiena e dolore alle pelvi.
Uno studio e pubblicato nel 2003 ha coinvolto 360 persone, tra i 15 e i 52 anni con dolore alla parte inferiore della schiena, di durata da oltre sei mesi, senza una nota causa.
Dalle analisi della vitamina D nel sangue è emerso che l’83% di queste persone presentava un valore ematico molto basso, tanto che dopo l’integrazione di vitamina D queste persone hanno notato un miglioramento clinico nel dolore.
Gli scenziati hanno concluso che il dolore alla bassa schiena è correlato a una carenza di vitamina D, e le persone che presentano questo fastidioso sintomo dovrebbero controllare i valori ematici della vitamina D.
Diverse ricerche hanno dimostrato che persone che soffrivano di dolori cronici vari, arrivavano a dimostrare livelli ematici di vitamina D inferiori a 10 mg/ml
Al convegno annuale dell’ American Headache Society nel giugno del 2008, è stato presentato uno studio in cui dimostrava che persone con emicrania cronica, presentava livelli ematici di vitamina d sotto i 30 mg/ml
Nel 1999, uno studio condotto a Belgrado, dai medici Andjelkovic, Vojinovic, e Pejnovic, su 19 pazienti affetti da artride reumatoide per un periodo di 3 mesi, con un alto dosaggio di vitamina D, ha dimostrato come l’89% dei pazienti aveva ridotto i sintomi e il 45% aveva ottenuto la completa scomparsa dei dolori.

 

Vitamina D e alimenti

Vitamina D alimenti

La vitamina D è presente in quantità davvero scarse in un numero limitato di alimenti, tra cui pesci grassi come il salmone, aringa e sardine, poi olio di fegato di merluzzo, tuorlo d’uova, burro e  formaggi grassi e funghi essiccati al sole.
Come detto in precedenza, la fonte primaria e principale della vitamina D è rappresentata dal sole, con una percentuale del 90% e solo il 10% rappresentata dagli alimenti, per cui risulta chiaro come sperare di raggiungere il fabbisogno giornaliero di vitamina D con gli alimenti, sia alquanto inutile, oltretutto abbuffarsi di alimenti ricchi di grassi, non penso sia una scelta intelligente, in quanto scelta poco salutare.
 

Assorbimento Vitamina D e fattori di influenza

 

Vitamina D carenza

I fattori che influenzano l’assorbimento della vitamina D sono:
  • Colore della pelle o fototipo, in quanto la melanina, il pigmento che da colore alla pelle , assorbe meno i raggi UV. Le persone con carnagione scura, producono una minore quantità di vitamina d nella pelle, rispetto alle persone con una carnagione piu’ chiara
  • Età, in quanto con l’avanzare degli anni la pelle perde sempre più la capacirà di sintetizzare vitamina D. Un uomo di 70 anni ha un quarto di capacità in meno di produrre vitamina D, rispetto a un ragazzo di 20 anni
  • Orario del giorno, in quanto i raggi solari sono più efficaci a mezzogiorno e nelle ore vicine, quando il sole è allo zenit e i suoi raggi sono più corti. Al mattino presto o nel tardi pomeriggio invece, l’intensità degli UV è minore, quindi minore è anche la produzione di vitamina D
  • Tempo di esposizione ai raggi solari : bastano 30 minuti di esposizione ai raggi solari per arrivare ad assorbire ben 10000 Ui di Vitamina D
  • Stagione: l’estate è sicuramente la stagione con maggiori quantità di raggi UV
  • Latitudine: le persone che vivono a una latitudine superiore ai 35 gradi, non riescono a produrre vitamina D attraverso l’esposizione al sole da novembre a marzo, ma solo da aprile ad ottobre. Per avere un idea più precisa, i due terzi degli Stati Uniti e del Canada si trovano oltre i 35 gradi di latitudine.
  • Altitudine: alle bassi altitudini, le radiazioni ultraviolette del sole vengono assorbire  dall’atmosfera e sono quindi meno intense rispetto alle altitudini maggiori, quindi chi vive in montagna ha più possibilità di aumentare i livelli di vitamina D
  • Clima e inquinamento: in presenza di molte nuvole, i raggi UV penetrano molto meno nella pelle, mentre l’inquinamento agisce da schermo sui raggi UV
  • Utilizzo di protezioni solari: l’eccessivo utilizzo di protezioni solari nella pelle, riduce la sintesi endogena di vitamina d nella pelle.

Il Prof Michael Olick, del Boston University Medical Center, durante il Congresso ” Vitamina D e patologie del metabolismo Osseo in pediatria”, ha affermato che una crema solare con fattore 30 riduce la capacità di assorbimento della vitamina D del ben 95-98%.

  • Obesità: in quanto la vitamina D assorbita tramite alimenti, viene rapidamente assorbita a livello intestinale, e quindi distribuita attraverso la circolazione linfatica, quasi totalmente al tessuto adiposo, liberata in minime quantità rispetto alla quota immagazzinata. Per cui maggiore tessuto adiposo è associato a un minor assorbimento di vitamina D
  • Patologie infiammatorie e utilizzo di farmaci: malattie epatiche o renali, e malattie intestinali, soprattuto croniche, come il morbo di chron o colite ulcersosa, diabete, sclerosi multipla, cancro, e  farmaci per il colesterolo, cortisone, antiacidi, antiepilettici, influenzano negativamente la produzione e l’assorbimento della vitamina D
  • Alcool
Oltre ai fattori fin ora descritti, ci sono 2 vitamine altrettanto importanti per la nostra salute che decidono e migliorano l’assorbimento della vitamina D e sono:
Magnesio : i benefici del Magnesio sono innumerevoli, e non a caso direi è coinvolto anche nel processo di assorbimento della vitamina D. Il magnesio inizia il suo ruolo nei processi biochimici, durante la sintesi della vitamina D, oltre che nella sintesi del paratormone, a livello epatico e renale
Uno studio del National Health and Nutrition Examination Survey svolto su oltre 12000 persone, ha scoperto come la vitamina D sia un importante co-fattore nella sintesi della vitamina D e di come e di come magnesio e vitamina D siano importanti nel ridurre la mortalità da tumori e malattie cardiovascolari. Il magnesio inoltre è responsabile della proteina trasportatrice della vitamina D chiamata VDBP.
Vitamina k2 : vitamina poco conosciuta e poco utilizzata a livello terapeutico, in realtà è una vitamina dai vari fondamentali ruoli, al fine di una buona salute.
La vitamina k2 favorisce in maniera eccellente l’assorbimento del calcio a livello del sangue, rimuovendo il calcio in eccesso dai vasi sanguigni e indirizzandolo verso le ossa, e per questo motivo collabora strettamente con la vitamina D.
La vitamina k2 va assunta distanza almeno 8 ore dalla vitamina D, in quanto utilizzano entrambi gli stessi canali di assorbimento, per cui l’assorbimento di entrambi le sostanze assunte insieme, non sarebbe ottimale.

 

Fabbisogno giornaliero della Vitamina D

Vitamina D UI

Dosaggio giornaliero UI della Vitamina D

L’attuale dose giornaliera (RDA) raccomandata dai medici in Italia, è di 600-800 Ui ( Unità internazionali) giornaliere, ma recenti studio a riguardo dicono essere una dose insufficiente per il fabbisogno giornaliero del corpo umano.
Finio a qualche anno fa, la Endocrine Society raccomandava la dose di 1500-2000 Ui/die negli adulti, 400-1000 Ui/die ai bambini inferiori a un anno e 600-1000 Ui/die ai bambini superiori a un anno.
La Endocrine Society indicava allo stesso tempo un fabbisogno giornaliero di 10000 Ui/die per gli adulti come limite massimo
Nel 2015 uno studio delle Università di UC San Diego e Creighton ha dimostrato che il dosaggio giornaliero dello studio prima citato era inferiore a quello realmente necessario al corpo umano, raccomando 10000 Ui/die, come dosaggio giornaliero e sicuro, per ragazzi e adulti
E’ importante sapere che 10000 Ui è la dose che il nostro corpo riesce a produrre con trenta minuti di esposizione al sole nelle ore centrali in estate, per cui tale dosaggio è fisiologico
Il Dottor Coimbra, famoso autore del protocollo delle patologie autoimmuni con vitamina D ad alto dosaggio, che il dosaggio di 10000 Ui giornaliere sono assolutamente sicure e non rappresentano nessun rischio, e si spinge oltre, dicendo che dosaggi maggiori si possono utilizzare a scopo terapeutico, ma sotto il lo stretto controllo del medico, a causa del rischio di incorrere dell’iper calcemia, cioè alti livelli di calcio nel sangue.
Uno studio pubblicato nel 2007 dalla rivista “American Journal of Clinical Nutrition, conferma il dosaggio di 10000 Ui giornaliere come sicuro, tollerabile ed esente da tossicità, in base a studi condotti su adulti sani che hanno utilizzato tale dosaggio giornaliero sottoforma di integratore.
In letteratura scientifica, non si sono addirittura evidenziati casi di tossicità a dosaggi sotto le 30000 UI/die e con una quantità di vitamina D nel sangue pari a 200mg/ml
Uno studio del National Institute of Heat, denominato Rochest Epidiemology Project, dell durata di dieci anni, condotto su 20000 pazienti, con dosaggi alti di vitamina D, ha evidenziato un solo caso di tossicità con livelli di vitamina D nel sangue pari a 364mg/ml, un soggetto che aveva utilizzato ben 50000 Ui giornalieri da circa tre mesi.
Inoltre la Vitamina D ha un periodo di “latenza”, e per agire a livello sistemico e immunitario, necessità di un periodo iniziale che varia tra le due settimane e i due mesi.
E’ importante sapere che l’emivita della vitamina D, cioè la durata di Vitamina D nel sangue è di circa ventiquattro ore, quindi significa 10000 Ui presi oggi, domani diventeranno 5000 Ui, dopo domani saranno 2500 Ui e così via.
Detto ciò risulta chiaro che assumere dosaggi di 50000/100000 Ui a settimana o addirittura al mese, come molti medici consigliano, è assolutamente insensato, in quanto dopo un primo picco di innalzamento di vitamina D, passati alcuni giorni ci si ritroverà ai livelli iniziali, per via dell’emivita prima descritta.
In Italia il valore di riferimento della vitamina D definito sufficiente è di 30 ng/ml, con un range 30-100 mg/ml, da cui si denota un ampio intervallo, con con il limite massimo, risultante il triplo del valore definito sufficiente, il che lascia perplessi.
In realtà il motivo di questo enorme intervallo si spiega nel fatto che 30 mg/ml è il valore che vede scongiurare problemi di rachitismo e osteopenia, non considerando però l’elevata importanza che la vitamina D ha sul sistema immunitario,nervoso, endocrino e muscolare.
Per agire a livello immunitario il livello di vitamina D nel sangue deve  essere di almeno 60/70 mg/l, e il range ottimale da mantenere costantemente dovrebbe essere 70/80 mg/l

Fonti:

I Poteri curativi della Vitamina D – Soram Khalsa
Vitamina D: Regina del sistema immunitario – Paolo Giordo
Vitamina D – Le Verità nascoste – Oscar Mazzoleni
Il sole che guarisce –  Jorg Spitz & William B. Grant
La Prostata in Salute – Riza
Angelo Il Naturopata

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